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Il caffè svedese e la solitudine
Non c`è dubbio non ce farei mai a svegliarmi se non anticiperei questa benedetta tazzina.
Non ha inportanza se a Stoccolma in questo periodo il cielo è sempre grigio e il sole sembra che ci abbia abbandonati è gioia istantanea questo caffettuccio un abbraccio di ricordi piacevoli che mi avvolge come un sofficie manto. Ha il sapore dell`ottimismo che mi scorre nelle vene sangue nero che si mescola nell`altro. Quì a Stoccolma lo trovi ad ogni passo. Non parlo solamente del nostro caffè della tazzulella napoletana per intenderci ma dello svensk kaffe, kaffe, coffee in genere nettare universale che scandisce il ritmo del mattino in tutto il mondo (o quasi). Qui a Stoccolma ovunque ti giri te lo trovi davanti al supermercato in caffetteria dal fornaio. Giorno e notte nelle stazioni di servizio apertissime alle quattro del mattino. Tazze di cartone piene di cappuccino aromatico quasi sempre con una spolveratina di cioccolato. Ieri pomeriggio in galleria con l’appetitoso profumino di kaffebröd le famose paste di lievito svedesi di cui ne ho consumate chili nella mia vita. Soprattutto anni fa quando avevo ancora il metabolismo aggressivo della gioventù. Adesso me ne preparo uno che sia il mio adorato Lavazza Rosso o suo cugino svedese Gevalia poco inporta. Stringo la tazza fra le mani aspiro l’aroma e mi sembra di sentire l`allegro casino del mercato della Piccola Città tutta la gioia di vivere che ci serve per continuare l’arduo cammino la passione che ci nutre corpo e anima le infinite possibiltà. Datemi sto`caffè allora e così sia.