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La stazione di Tullinge. Dove abito io, 20 minuti dal centro di Stoccolma con il trenino della foto. |
Il fatto è che la metropolitana di Stoccolma è bella, bella come un museo d'arte contemporanea. Sono più di 150 gli artisti che si sono prodigati per fare di ciascuna delle stazioni un'esperienza estetica, e molti ci sono riusciti in maniera davvero spettacolare, tanto che qui immergersi nelle gallerie della metropolitana è stato trasformato da seccatura inevitabile a must turistico. Altro luogo comune mediterraneo riguardante le terre iperboreali: d'estate va tutto bene, con le giornate interminabili, le notti bianche e via dicendo; ma nella irredimibile tenebra invernale non vi può essere spazio per levità di cuori. Errore ciclopico. Proprio questo è in realtà uno dei momenti in cui meglio si può fare esperienza del buonumore di cui sono capaci i discendenti dei Vichinghi.
L'inverno quassù è di sicuro la stagione dalle giornate che, dipendesse dal sole, non comincerebbero mai davvero: passi dal buio a una cosa che non sai bene come chiamare perché non ha ancora finito di essere alba ed è già tramonto. Ma, nell'atmosfera vagamente irreale delle giornate in cui a mezzogiorno le ombre si proiettano lunghissime sulla neve che la luce calda tinge di giallo, gli svedesi, e primi fra tutti gli abitanti di Stoccolma, si sanno perfettamente organizzare per divertirsi, anche con pubbliche occasioni di festa. La stagione dei festeggiamenti invernali comincia ogni anno il 28 novembre, con l'apertura del primo mercatino di natale rievocativo a Skansen.
Prima, però, è la volta di un altro genere di celebrazioni: il 10 dicembre è il giorno della cerimonia di consegna del premio dei premi, il Nobel, ai ricercatori che di volta in volta meglio si siano distinti nello sforzo di migliorare la conoscenza del mondo attraverso le scienze, ai medici che abbiano dato un contributo rilevante alla riduzione delle sofferenze che affliggono l'umanità, agli economisti che più a fondo abbiano esplorato i meccanismi reconditi della creazione della ricchezza, nonché a quello ritenuto più rappresentativo fra quei medici dell'anima che sono i poeti e i narratori.
In contemporanea con la cerimonia alla presenza della famiglia reale svedese nel Municipio di Stoccolma, nell'altra capitale della penisola scandinava, Oslo, viene conferito il Nobel inevitabilmente più significativo e insieme più controverso di tutti, quello per la pace. È in particolare nel mercatino natalizio di Skansen che, ogni sabato e domenica pomeriggio, si festeggia Santa Lucia con una processione. Il giorno di massima gloria di Lucia arriva naturalmente un paio di settimane più tardi.
Nel corso di quel 13 dicembre, che la nostra tradizione popolare accredita di “giorno più corto che ci sia” con un'anticipazione del solstizio forse dettata dall'amore per la rima, la processione che termina a Skansen con un concerto di canti ispirati alla santa e carole natalizie ha poi il suo giusto compimento con la deposizione sul capo di una graziosa e inevitabilmente bionda fanciulla della corona che sta ad indicare l'elezione della fanciulla medesima quale rappresentante pro-tempore della siciliana Santa Lucia in veste di “Regina della luce”.
Ed è davvero mirabile la disinvoltura che la Lucia di turno riesce a sfoggiare portandosi in giro-presumibilmente guardata a vista dai vigili del fuoco confusi fra la folla, perché da queste parti non si corrono rischi-quello scomodissimo candeliere con tanto di fiammelle accese.
Certo la cerimonia e il sontuoso banchetto che la chiude sono riservate a una selezionatissima lista di invitati e benefattori, ma la presenza in città dei campioni dell'umanità si fa sentire per tutta la settimana e finisce per coinvolgere anche i comuni mortali che non hanno accesso alla sala decorata dai quintali di fiori donati ogni anno dal comune di San Remo a ricordo del fatto che lì, sulla Riviera ligure, il signor Nobel scelse di trascorrere gli ultimi anni della sua esistenza itinerante.