Stasera, frugando tra i miei libri alla ricerca di
qualcosa da leggere, ho ritrovato ”Il guardiano del faro” di Camilla Läckberg e
mi sono soffermato a leggere qualche capitolo. Anche se leggere un giallo due volte non è che
desti molte emozioni. Però è scritto bene e tradotto abbastanza bene in
italiano da Laura Cangemi. Quindi ve lo consiglio. (Giuro che la casa editrice
non mi paga nemmeno un caffè…)
Il titolo
originale è “Fyrvaktaren” si tratta del settimo romanzo della scrittrice
svedese, Camilla Läckberg come sempre ambientato nella natia Fjällbacka e
incentrato sulle figure dell’ispettore Patrik Hedström e della scrittrice Erica
Falck. In questo libro la storia comincia con una donna alla guida
di un’auto che, mani sporche di sangue, in una notte d’estate guida a tutta
velocità lungo la strada che da Stoccolma porta alla costa ovest. Si chiama
Annie e sta scappando assieme al figlio di cinque anni in direzione dell’isola
di Gråskär, posta nell’arcipelago di Fjällbacka. C’è un motivo perché Gråskär è
chiamata da tempi remoti Gastholmen, l’isola degli spettri. Chi vi moriva non
la lasciava mai. Lo dicevano gli abitanti dell’arcipelago di Fjällbacka, con
uno strano luccichio negli occhi. Eppure, l’isoletta è bellissima, con un faro
e una sola casetta, circondata dal verde. Non è possibile che un posto così
bello nasconda qualcosa di malvagio. L’antica leggenda svedese ha un ruolo
preciso nel romanzo di Camilla Läckberg, la regina di Svezia del giallo, “Il
guardiano del faro”. Un posto
tranquillo, ma decisamente solitario questa
Gråskär o Gastholmen, come la preferisce indicare la vecchia storia dei
fantasmi che popolerebbero lo scoglio isolato, passata di bocca in bocca. Annie
ci crede e si è ritirata senza esitazione sull’isola vuota, col figlioletto
Sam, di cinque anni. L’avvio del thriller la vede dirigersi in auto, con le
mani insanguinate, verso il molo, per raggiungere un battello. Lei laggiù si è
sempre sentita bene, è consapevole delle presenze e non ha mai avuto paura, sa
che non le vogliono male. Ricorda i sussurri di notte, le voci, nella sua infanzia.
Quando si era svegliata l’orologio segnava le tre. Li aveva sentiti, parlavano, di sotto. Una
sedia che grattava contro il pavimento. Di cosa discorrevano tra loro i morti?
Di quello che era successo prima che morissero o di quello che stava accadendo
in quel momento, molti anni dopo? Sua madre aveva notato che da piccolissima a
volte rideva e agitava le braccine, come se avesse visto qualcosa di invisibile
a tutti gli altri. Crescendo, era capitato sempre più spesso. Una voce, uno
sprazzo di luce, la sensazione di non essere sola nella stanza. Restava ad
ascoltare le voci, finché lentamente la cullavano nel sonno. E la mattina le
ricordava solo come un sogno distante. Annie è stata compagna di classe di Erica Falck a
Fjällbacka. Biondissima, la più bella di tutte, sicura di sé, affiancata da
quell’adone di Mats Severin. La giovane Falck, invece, era tra gli invisibili.
Si riteneva e veniva considerata insignificante, non tanto in basso nella scala
sociale scolastica da meritare attenzioni sgradite, scherzi atroci e atti di
bullismo, ma nemmeno così popolare da ascendere tra i vip dell’istituto. Un
insoddisfacente e anonimo niente. Il brutto anatroccolo è poi diventato la
straordinaria Erica, scrittrice e investigatrice per passione, oltre che brava
moglie, partner amorevole e spalla di Patrik Hedström, il migliore elemento
della polizia di Tanum. È lei,
Erica Falck: intuizione, capacità di ragionamento, quel tanto di istinto che
non guasta, molto buon senso. Nella sua vita e in quella del marito è piombata
felicemente la piccola Maja, poi sono arrivati due gemellini urlanti, Anton e
Noel, in circostanze meno fortunate.
Certo, anche loro sono una benedizione per
la coppia, al di là del severo impegno e delle attenzioni che pretendono. Sono
nati prematuri, subito dopo l’incidente stradale costato la vita al cuginetto,
figlio della sorella Anna. Non ha retto allo scontro e al parto. Dunque,
Annie si è ritirata sull’isoletta con Sam, sempre molto tranquillo, fin troppo.
Quanto a Mats o Matte, come lo chiamano i suoi, responsabile del servizio
finanze del Comune, viene ucciso con un colpo di pistola nel suo appartamento
ed è certo che prima è stato in visita a Graskar. Perchè? Sull’isola,
nel 1870, si è sviluppata la vicenda di Emelie, raccontata ad ogni inizio di
capitolo del romanzo della Lackberg. Era serva in un podere e il figlio del
padrone, all’improvviso, le chiede di sposarlo. Karl è il nuovo guardiano del
faro, con l’aiutante Julian. Sullo scoglio sono in tre. Diventano
quattro, alla nascita di Gustav, ma la vita è tutt’altro che spensierata in
quell’angolo isolato dell’arcipelago, popolato di rumori, di voci, di presenze.
Graskar o Gastholmen, l’isola dei fantasmi? Come i
precedenti volumi campione di vendite in patria.


Se siete tra quanti aspettavano di mettere le mani su questo settimo episodio della serie, non mi resta che augurarvi buona lettura.
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