Il Nisse
(come si chiama in danese e norvegese) o Tomte (come lo chiamano in svedese)
viene da lontano e originariamente non ha nulla a che vedere con il Natale.
Compare in illustrazioni e cronache fin dal tardo Medioevo, come una sorta di
divinità protettrice della casa, o meglio della fattoria, perché è nel folklore
contadino che ha inizio la sua storia. Il suo nome svedese, infatti, lo lega al
“luogo” in cui risiede e opera, mentre quello danese-norvegese è in realtà un
nome proprio, derivato da “Niels”. Non sempre simpatico, spesso vendicativo, a
volte tirato in causa nei processi contro le streghe come un vero e proprio
demone, il Nisse delle origini è un personaggio in chiaroscuro.
Talvolta può
prendere la forma di un animale, come un cane, una capra o un’oca, ma più
spesso è raffigurato come un vecchio dall’altezza di un bambino, vestito di
grigio con un cappello rosso a punta, come i contadini dell’epoca! Il Nisse si
prende cura degli animali della fattoria e provvede affinché tutto vada per il
meglio, ma è anche permaloso e, se rimane insoddisfatto, può combinarne di
tutti i colori… in genere per tenerlo a bada basta lasciare una scodella di
pappa di riso e latte in soffitta (o dove il folletto di casa ha la sua
dimora): è il piatto preferito di ogni Nisse!
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