Nobel a Dylan, Patti Smith canta ma dimentica le parole

Come ogni 10 dicembre giorno in cui Alfred Nobel, fondatore del premio, morì (nel 1896), questo pomeriggio a Stoccolma senza troppi affanni si è svolta la cerimonia per la consegna dei premi Nobel. Mentre stò scrivendo "Sverige Radio" manda in onda le immagini del sontuoso banchetto dove ben 1.300 invitati scelti con cura tra teste coronate e grandi uomini con tight scuro e camicia bianca, mangiano smollicano parlando a bocca piena come dei comuni mortali. Cerimonia abbastanza noiosa fino a quando arriva il momento più atteso: la consegna del premio per la Letteratura al menestrello assente. Non c’è spazio per la polemica, al contrario, è una standing ovation ad accogliere il nome di Bob Dylan nel salone dei Nobel di Stoccolma. E se qualcuno ancora si chiede come abbia reagito l’Accademia all’atteggiamento riluttante del cantautore, la risposta arriva presto da Engdhal: «Aver riconosciuto la rivoluzione attribuendo a Dylan il Nobel sembrava al momento audace: ora sembra già ovvia». Sono tante le motivazioni che accompagnano il discorso del comitato, su tutte la capacità del menestrello del rock di aver portato la poesia nella musica. Perché quando è arrivato lui «all’improvviso tutta la poesia del mondo è sembrata anemica, mentre le parole delle canzoni che i suoi colleghi continuavano a scrivere sembravano come la vecchia polvere da sparo dopo l’invenzione della dinamite». Il compito di chiudere le celebrazioni di Dylan è affidato alla collega e amica di sempre Patti Smith, che sale sul palco con la sua «divisa» — camicia bianca e giacca nera —, un ciondolo, capelli lunghi grigi. La cantante americana ha intonato "A hard rain's a-gonna fall," il brano scritto da Dylan nel 1962 considerato da molti critici musicali un capolavoro della musica folk e che in periodi diversi è stato letto come un appello contro la crisi dei missili di Cuba o contro il pericolo nucleare (interpretazioni sempre rinnegate da Dylan "è solo una forte pioggia"). 
La musicista a metà dell'interpretazione si è interrotta, ha chiesto scusa al pubblico e ha detto "sono molto nervosa" e poi ha concluso l'interpretazione tra gli applausi e l'emozione degli intervenuti.
In ogni caso, fonti dall'Accademia svedese sostengono che ci sono “forti probabilità che il laureato venga a Stoccolma l'anno prossimo” e ne approfitti per fare il discorso d'accettazione e la famosa “lectio”. Comunque, se vorrà ricevere il premio in denaro che accompagna il Nobel, circa un milione di euro – il discorso scritto non esenta Dylan dal tradizionale discorso di accettazione del premio e da una lezione da tenere a sua scelta nel luogo che preferisce.
“Bob Dylan avvisato mezzo salvato…”

                                   

Sono andato, tornato, ripartito.

Sono andato, tornato, ripartito.
E così ora sono qui, in un’altra fase della Vita. Abito vicino al ponte Västerbron, a forma di arpa. E’ bellissimo. La mia gratitudine è a scoppio molto ritardato. Faccio in tempo a dimenticare gli atti, i nomi e i volti prima di aver capito quando dovessi ad ognuno.

Mettiamo le cose in chiaro

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