Sí, c’era. E faceva caldo come adesso? Certo. E i bambini
c’erano? C’erano anche se restavano poco. E giocavano ? In qualche modo
giocavano, i bambini trovano sempre qualcosa per giocare. Però avevano paura,
tanta paura, ma anche si consolavano. Come potevano. E le loro mamme e i loro
papà? Se li stringevano forte addosso o li tenevano per mano, finché potevano.
Per dargli coraggio, come fa la tua mamma con te quando hai paura. E
così la paura gli passava, vero? Si, passava. almeno per un po’. E poi? Questa è la prima delle due domande terribili, perché la
risposta è: li uccidevano. E di solito segue il silenzio e poi un’altra domanda
altrettanto terribile: perché?
Molti anni fa, quando mio figlio era piccolo e visitavamo
luoghi come Terezin, mi chiedevo come si potessero raccontare gli eccidi, la
shoah ai bambini. La risposta era quella di dire la verità entrando nel loro
mondo. Dicendogli che esiste il male, che gli adulti lo devono contrastare e
non subire e non devono avere paura di altri adulti che scelgono di uccidere
chi è diverso. Ma perché questo avvenga esigeva spiegazioni lunghissime che i
bambini non seguivano. Perché neppure io, noi, lo sappiamo fino in fondo.
In questa giornata c’è troppa memoria e domani più nulla. E nulla collegherà la memoria a
quanto accade, eppure il male sarà ancora presente e vigile. La natura ci ha
insegnato a scappare davanti al pericolo, ma oggi è anche difficile scappare e
allora abbiamo una sola alternativa: combattere. E la risposta a quella domanda
sarebbe: perché esiste il male e non ci furono allora abbastanza persone che lo
combatterono.
Ma noi
siamo in tanti adesso, vero, papà? E non lo faremo accadere, vero? Sí, hai
ragione, siamo in tanti, vedrai che non accadrà più. Vedrai…
Almeno
avere la speranza che quando si ripresenterà la bestia ci siano molti che
vogliono combatterla. Almeno quello.
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(willyco in alto, senza parere by nonno franco a Stoccolma)
(willyco in alto, senza parere by nonno franco a Stoccolma)