Martedì grasso 2021 con la "semla" svedese.

Attenzione: Ieri qualcuno in un mio post su FB ha paragonato “la semla svedese” con il “maritozzo con la panna.” Non è così la semla (dal latino “simila” per farina), è un semplice panino di grano, condito con cardamomo. Viene tagliato a metà e la parte inferiore leggermente scavata per fare spazio alla pasta di mandorla. Attenzione pasta di mandorla quella che si usa nella nostra Sicilia (non il marzapane) con aggiunta di panna montata. Eccovi la ricetta. 
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(ingredienti per 40 semlor)
5 dl di latte
2 dl di zucchero (160g)
2 cucchiaini da the di cardamomo macinato
1 cucchiaino da the di sale
circa 1,5 l farina (900g)
1 uovo sbattuto per spennellare la superficie
zucchero a velo
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Farcitura:
200 grammi pasta di mandorle (Attenzione: non è marzapane. Trovate la ricetta qui)
(3 cucchiai di zucchero)

Preparazione:
1.      Sciogliete il burro in una casseruola e aggiungete il latte. Fate riscaldare fino a 37 gradi (ossia mettendoci dentro il dito non dovreste sentire variazione di temperatura).
2.      Sbriciolate il lievito in un contenitore e aggiungete il cardamomo macinato.
3.      Versate il liquido scaldato (latte e burro) nel contenitore e mescolate fino a quando il lievito si è completamente sciolto.
4.      Aggiungete la farina lentamente e impastate. Fate attenzione a non mettere troppa farina perchè la lievitazione ne risentirebbe. L’impasto deve risultare morbido e leggermente appiccicoso (ma non si devono appiccicare i pezzi sulle mani).
5.      Aggiungete zucchero e sale e mescolate fino ad ottenere un impasto liscio.
6.      La pasta va lavorata per almeno 15 minuti, meglio se si usa una impastatrice ma va bene anche a mano.
7.      Lasciate lievitare la pasta fino a quando abbia raddoppiato il suo volume, circa 30 minuti.
8.      Mettete la pasta su di piano di lavoro e dividete in pezzi di circa 40 grammi. Formate delle palline e mettetele su una teglia unta o ricoperta con carta da forno. Fate attenzione a lasciarle parecchio distanziate fra loro poiché dovranno crescere ancora del doppio del loro volume.
9.      Lasciate quindi lievitare per ancora 50-60 minuti circa, fino a che il loro volume sia raddoppiato (il tempo può variare).
10.   Spennellate la superficie con l’uovo sbattuto (usate sia il tuorlo che l’albume).
11.   Infornate nella parte centrale del forno a 225 gradi per circa 10 minuti e lasciate poi raffreddare su una griglia.
Quando le“semlorna” saranno completamente raffreddate tagliate un coperchio e togliete un po’ di mollica scavando con la forchetta. Mescolate con l’aiuto di un mixer la mollica con la pasta di mandorle e qualche cucchiaio di panna (non montata) fino ad ottenere una massa compatta e liscia.
Montate la panna aggiungendo un paio di cucchiai di zucchero (a vostra scelta) fino a farla diventare abbastanza soda.
     Riempite ogni “semla” con la pasta di mandorle e utilizzando un sac-à-poche completate con la panna.
     Rimettete il coperchio e cospargere con zucchero a velo prima di servire.
Come si mangiano?
Cominciate dal coperchio, poi addentate il ripieno e infine la pasta. Oppure SPALANCATE al massimo le fauci ed affondatele nella pasta di mandorle e nella panna montata.
Se siete schizzinosi potete usare la forchetta (forse però dovrete chiederla) ma potete usare anche un cucchiaino. 
Alcuni amano mangiare le semlor in una ciotola con del latte caldo. Tutti i modi vanno bene, l’importante è mangiarle, senza emulare re Adolfo Federico di Svezia (1710 - 1771) che poverino morì per problemi di digestione. Le malelingue dicono;a causa delle 14 portate del suo dolce preferito; la semla. Ancora oggi viene ricordato nelle scuole svedesi come: Il re che mangiò fino alla morte. (Questa sono convinto di avervela già raccontata...💓💓)
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Sono andato, tornato, ripartito.

Sono andato, tornato, ripartito.
E così ora sono qui, in un’altra fase della Vita. Abito vicino al ponte Västerbron, a forma di arpa. E’ bellissimo. La mia gratitudine è a scoppio molto ritardato. Faccio in tempo a dimenticare gli atti, i nomi e i volti prima di aver capito quando dovessi ad ognuno.

Mettiamo le cose in chiaro

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