Domenica 20 Ottobre a Stoccolma.

I balconi aggettanti, dei palazzi sembrano ornamenti vuoti.  Neppure un fiore, nelle rigorose geometrie ed assenze. Sotto, incuranti dell’ordine, le robinie hanno cosparso il marciapiedi di fiori bianchi e rosa, con dovizia allegra dello scialare in bellezza. E non conta la modestia dei piccoli petali, prevale il trionfo del colore senza richieste a chi vede.
Domenica mattina nelle vie attorno casa. Larghe, ottocentesche, vogliose di rappresentare ciò che sembrava eterno e immutabile. Il benessere, la posizione raggiunta, i legami con altre case, le famiglie. Ma ciò che hanno messo all’esterno per abbellire e ordinare i marciapiedi di pietra, ha avuto più storia delle loro fortune. Ieri sera guardavo nelle poche finestre che restavano aperte allo sguardo; si vedevano alti soffitti, lampade di calda luce gialla, qualche quadro che un tempo aveva avuto una scelta, un piacere e una contrattazione. 
Stanze grandi riempite di tavoli, poltrone, schienali di divani e librerie con dorsi colorati. Pensavo che raramente ho visto una persona che s’affacciasse. Mai nessuno sui balconi. Le presenze s’intuivano invisibili. La pioggia serale intanto aveva liberato i tigli, c’era un profumo deciso nell’aria. Guardando a terra e verso l’alto si vedevano i fiori bianchi: quelli che avevano resistito al vento e quelli arresi.
Prigionieri d’un loro rito, d’una stanza, d’ un ruolo, gli abitanti invisibili perdevano la bellezza che li attorniava. Persino il profumo acuto dei tigli restava fuori dei vetri. ” Ci sono più cose in cielo e in terra, Orazio, di quante ne sogni la tua filosofia.” 
E questo pensiero mi regalava malinconia e speranza, perché non si è prigionieri di nulla se si vuol vedere e sentire l’ infinita, transitoria bellezza.
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Sono andato, tornato, ripartito.

Sono andato, tornato, ripartito.
E così ora sono qui, in un’altra fase della Vita. Abito vicino al ponte Västerbron, a forma di arpa. E’ bellissimo. La mia gratitudine è a scoppio molto ritardato. Faccio in tempo a dimenticare gli atti, i nomi e i volti prima di aver capito quando dovessi ad ognuno.

Mettiamo le cose in chiaro

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