La fontana di Trevi vista da casa mia

Da quando sono tornato a Stoccolma ho dormito poco anche se siamo ad Agosto le notti in Svezia sono ancora molto chiare. Stanotte mi sono svegliato alle 3. Mi sono fatto un caffè (che ho sorseggiato guardando fuori dalla finestra) e mi sono subito incazzato… perchè? Ma perchè trovo profondamente ingiusto che un qualunque buzzurro cafone laziale (o romanista, per me è indifferente) si possa svegliare alle 3 di notte e trovarsi davanti alla Fontana di Trevi che gli basti fare una passeggiata per trovarsi ai Fori Romani o al Colosseo mentre io mi sveglio e mi trovo davanti il nostro parco giochi condominiale con relativa ”sandlåda.”
Cos`è  la sandlåda? È una specie di cassone fatto con tavole di legno con dentro della comune sabbia dove i bambini imparano a vivere in communità. Tanto da essere responsabili che tutto fili liscio all`interno della communità. Pensate che dopo finito di giocare, fatto a botte, messosi un cerotto in testa, rifatta la pace senza l`intervento dei grandi. Quando vanno a casa devono rimettere tutto in ordine (senza aiuto alcuno dei genitori che in molti casi non sanno nemmeno dove stanno.) Insomma imparano ad essere gli svedesi di domani. Ho detto fanno ”Tutto di tutto” compresi cani, gatti e Chicca in tutto il suo terrificante squallore. Tanto che ad ogni inizio di stagione sti`poveri bambini martiri di dover imparare ad essere svedesi, devono aiutare i genitori muniti di pale e badili a risanarla stà buca del cavolo. Sostituendo la vecchia sabbia con della nuova. 
La cosa è particolarmente terribile se si pensa che il suddetto cafone se ne frega altamente della bellezza di Roma e che regalerebbe volentieri la Cappella Sistina ai giapponesi pur di far vincere lo scudetto alla Roma (o alla Lazio, che tanto è uguale). Mi incazzo ancora di più se penso che gli svedesi non vogliano bene ai romani…(ma come si fa a non volermi bene. Io che sono così buono... lo capite da soli!) Beh, per forza ! Roma è la Capitale del Mondo (Caput Mundi) e dovrebbe essere patrimonio di tutti anche degli svedesi. Bisognerebbe avere il diritto di abitarci tutti a turno. Se gli svedesi abitassero una settimana all'anno a Roma, come faccio io per esempio! 
Dopo tornerebbero a casa più tranquilli e rilassati (e magari la smetterebbero di cercare di falciare i pedoni che non sono abbastanza biondi i quali hanno l'ardire di attraversare le loro strisce pedonali.) E poi la città... dà questa sensazione di essere una grande mamma accogliente. Dopotutto sono quasi 3000 anni che Roma sta lì, ognuno ci mette il suo pezzettino, la si aggiusta, la si rompe, la si rifà di nuovo. E LEI sta sempre li, ci guarda e se la ride. Tanto anche se si fa una cavolata si perde nella bellezza di tutto il resto. D'altra parte anche se si fa una cosa meravigliosa e bellissima si perde in tutto il calderone di capolavori. Quindi uno si chiede: "ma chi ma lo fa fare di sbattermi per niente ?"  E va a bersi il cappuccino (o a mangiarsi il maritozzo con la panna).
D'altronde uno che passa la vita in mezzo a reperti storici intoccabili i "cocci", come li chiamate voi residenti e a monumenti meravigliosi ha due possibilità: o impara a ignorarli o impazzisce.
Altrimenti dovrebbe andare in giro per strada con le pattine per evitare di rovinare la pavimentazione.
Che altro aggiungere ?
Niente che non sia stato detto e ripetuto milioni di volte. Perché giustamente di Roma si può dire tutto e il contrario di tutto e in qualche modo ci si piglia sempre.
Vado a farmi un tee. Dopo esco con Chicca mi siedo sulla panchina dei giochi dei bambini e mi guardo la buca della sabbia al chiaro di luna.


NB: La "sandlåda" delle foto è quella della casa i campagna di Labionda i bambini sono i suoi nipotini. (Le foto sono state pubblicate con il suo consenso.)
Alla prossima volta bella gente!!!
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Sono andato, tornato, ripartito.

Sono andato, tornato, ripartito.
E così ora sono qui, in un’altra fase della Vita. Abito vicino al ponte Västerbron, a forma di arpa. E’ bellissimo. La mia gratitudine è a scoppio molto ritardato. Faccio in tempo a dimenticare gli atti, i nomi e i volti prima di aver capito quando dovessi ad ognuno.

Mettiamo le cose in chiaro

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