Vorrei raccontare loro come ho conosciuto e mi sono innamorato della nonna, parlargli dei loro genitori bambini e lo stravolgimento della vita, le immancabili delusioni e le preoccupazioni man mano che andavo avanti, il senso di responsabilità di un papà e la fatica di fare l’uomo serio, maturo, la perdita inmatura del bene più prezioso che ti lascia solo e indifeso contro il mondo. Il coraggio di andare avanti fino a trovare un pò di pace da quando ho cominciato a prendere le distanze dalle cose giá viste e riviste tanto da capire che sono transitorie. Che senso di vertigine da questa strana senzazione di aver già provato tutto e che in un certo senso ti sembra di aver completato il tuo ciclo.
Ma settantaquattro anni sono pochi se guardo avanti. Per fortuna, ”la salute tiene…” come dice il mio medico di base ed allora sarebbe un delitto non vivere pienamente gli anni che ancora mi restano. Se potrò essere padrone della mia mente, pensare, passeggiare con Chicca due ore nel bosco come faccio oggi, scrivere, stare con gli altri, veder crescere i miei nipotini. Amare. Si! Anche amare. Non sarò ne arido ne triste, se farò una vita piena. Magari scoprirò che non è vero che ho già visto tutto.

(nonno Franco.)
*****