Biblioteksgatan

Sabato scorso a Stoccolma alle 3 in punto del pomeriggio hanno innaugurato la luminarie, ed io che sono un gran ficcanaso oggi sono andato a vedere. Questa che vedete è Biblioteksgatan letteralmente: "via della bibiloteca." Purtroppo alle tre del pomeriggio era già buio cosí da far sembrare le luminarie ancora più luminose tanto che le foto fatte per voi sono venute così così. E propio passando sotto gli addobbi di questa strada a me tanto cara perché chiusa al traffico tutto l`anno, ho pensato che si dice che se non sei con chi ami, ama con chi sei. O qualcosa del genere. Dunque io amo questa città. Accidenti, com’è bella questa città, anche con questo tempo grigio e deprimente, non freddo, ma piovigginosa.
Ma ciò non cambia niente sulle strade attorno alla city, la stessa energia, l’entusiasmo, la vitalità della gente che continua la vita quotidiana come niente fosse. E niente è, anche se soffri, spasimi, muori un pò, insomma prendi tutto sul serio. Non che io voglia farlo, ma sono un uomo passionale e tutto mi incita a sentire quello che mi circonda. Forse troppo, ma come ci si può controllare, calmare, anestetizzare i sentimenti? Allora vivo questa città, lascio che mi penetri nell’anima e mi scaldi, mi soddisfi. Almeno per un po’. Esuberante città cosmopolita di anime perdute ma che continuano a cercare il sapore forte di sentirsi uomini liberi come promesso dalla costituzione a cui tutti abbiamo un innato diritto. Vale anche per me questo? Siccome, in fondo, mica ci sono nato quassù… Ma sì, mi dicono che posso star tranquillo, anch’io ne ho il diritto.Bene. Marciapiede sdrucciolevole tanto che hanno messo un tappeto rosso, ombrelli coloratissimi, le vetrine brillano lo stesso, la gente sorride, anche quando t’incastri con l’ombrello nella borsa di una signora che va di fretta…Il sottile senso di humor, anche questa è Stoccolma. 
I grattacieli di Hötorget, vetrate immense che riflettono il cielo di novembre, un novembre mite questo, strano, poca Stoccolma, ma ci va bene lo stesso, certo, almeno non c’è neve. Una pausa veloce in una pasticceria italiana. Per rigenerarci, cioccolata calda alla nocciola con tanto di cornetti alla crema e paste eleganti e carucce. Ci sediamo un momentino sulla panchina di fuori, bagnata ma poco, a osservare la folla che avanza, sorridente e no, cellulari tra le dita, piccoli pianoforti da tenere risuonanti di SMS continui. 
Questa è Stoccolma. E mi va bene così.
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Sono andato, tornato, ripartito.

Sono andato, tornato, ripartito.
E così ora sono qui, in un’altra fase della Vita. Abito vicino al ponte Västerbron, a forma di arpa. E’ bellissimo. La mia gratitudine è a scoppio molto ritardato. Faccio in tempo a dimenticare gli atti, i nomi e i volti prima di aver capito quando dovessi ad ognuno.

Mettiamo le cose in chiaro

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